di Monica Maiorano
Martedì scorso è stato esaminato dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama, l’emendamento del senatore Valditara per il prepensionamento dei docenti che dovrebbe liberare migliaia di posti da assegnare ai precari.
Il deputato del Pdl, Nunzia De Girolamo, per sostenere l’emendamento Valditara, ha presentato alla Camera dei Deputati un ordine del giorno con il quale ha chiesto l’impegno del Governo ad approvare l’emendamento in finanziaria.
Con parere favorevole del Governo è stato approvato l’ordine del giorno della parlamentare Del Pdl che riportiamo di seguito:
“La Camera dei Deputati, premesso che la razionalizzazione dell’organizzazione scolastica appare una scelta in linea con lo sviluppo di un sistema formativo più adeguato e competitivo; nel breve periodo appare comunque opportuno considerare di intervenire per attenuare i possibili effetti negativi in termini occupazionali sul personale della scuola, in particolare su quello “precario”, coordinando le diverse necessità del personale medesimo, anche in ragione del diverso tipo di inquadramento e della differente età lavorativa e contributiva; impegna il Governo a valutare l’opportunità di intervenire, nel più breve tempo possibile, con le opportune iniziative normative, anche nell’ambito della prossima manovra di bilancio, per riconoscere la possibilità al personale docente delle scuole statali, collocato nell’ultima fascia stipendiale, che entro il 31 gennaio 2010, con decorrenza dal successivo primo settembre 2010, rassegni le dimissioni volontarie dall’impiego, di beneficiare di un accredito contributivo figurativo di due anni, utile anche ai fini del raggiungimento del requisito minimo per ottenere il trattamento di pensione di anzianità e al personale docente già in possesso dei requisiti minimi previsti, che presenterà le dimissioni entro la predetta data, di incrementare di un anno l’anzianità contributiva maturata”.
Ci complimentiamo per l’impegno profuso, ma vorremmo riflettere su un importante particolare del testo dell’emendamento che se non verrà modificato in corso d’opera lo renderà poco efficace. Si tratta del vincolo di trovarsi nell’ultima fascia stipendiale per poterne usufruire. Un docente entra nell’ultima fascia stipendiale durante il suo 36° anno di servizio effettivo a cui vanno aggiunti minimo 4 anni di riscatto laurea. In questo modo si arriva a 40 anni di contributi, cioè il requisito massimo richiesto per andare in pensione se ne deduce che non si ha bisogno di nessuno scivolo. Solo i docenti diplomati ne potranno usufruire se sono almeno al 36° anno di servizio effettivo. Si tratta quindi di un numero piuttosto esiguo di persone.
Ma allora vien da chiedersi: è ancora fumo negli occhi dei precari?
Fonte: Orizzontescuola