Vedi Napoli e poi muori…di Monica Maiorano


monacelloQuante volte ho sentito pronunciare queste parole! Troppo spesso usate per “offendere” una città dalle molteplici problematiche, che da sempre l’attanagliano,  ma chi a Napoli ci è nato è come se avesse un gene nel suo DNA che lo rende splendidamente autoironico.

Vedi Napoli e poi muori per quanto è bella, per il fascino che la avvolge, per la simpatia delle persone che ci vivono, per quel modo di fare, parlare, gesticolare, per quella fantasia che solo i napoletani hanno.

Alla notizia dei dissesti idrologici avvenuti nei giorni scorsi, a causa delle abbondanti piogge, complice la particolare conformazione del sottosuolo napoletano, un napoletano doc, reagisce pensando alla figura del Munaciello, viva e vegeta, ancora oggi, nell’immaginario collettivo napoletano.

Quando un turista viene a Napoli la prima tappa, obbligatoria, del suo tour è la città sotterranea, un’infinità di cunicoli e anfratti scavati, nel sottosuolo tufaceo della città, dai Greci per fornirla di un acquedotto, ampliati poi nel periodo Angioino e usati, dai napoletani stessi, durante la seconda guerra mondiale per proteggersi dai bombardamenti.

Praticare con agilità questi cunicoli non era da tutti  ma c’erano degli “esperti speleologi ” il cui compito era portare acqua nelle case delle belle napoletane. Questi uomini del sottosuolo scavavano piccole gallerie per risalire in superficie e capitava, che in assenza del maschio di casa, oltre a portare acqua, deliziassero le giovani donne con altri doni, fervida fantasia quella dei napoletani,ma capitava anche che, ritornando agli inferi, con loro sparisse anche qualcos’altro dalle case dei napoletani, complici quei pochi attimi di  distrazione delle padrone di casa. La notizia di queste strane sparizioni viaggiava alla velocità della luce  sicché si pensò di “fare la guardia”;  fu allora che si scoprì “ O Munaciell”, un omino con un lungo mantello,  per proteggersi dall’umidità  ed uno strano cappello che, come un’ombra, percorreva i cunicoli della città.

E non meravigliatevi se, alle voragini che in questi giorni si sono aperte a Napoli, qualcuno vi risponda: ” fate attenzione, n’abbast a fall,  mo ven pur o Munaciell”!

Vedi Napoli e poi muori…lascio a voi le migliori interpretazioni!

2 risposte a “Vedi Napoli e poi muori…di Monica Maiorano

  1. Bellissimo articolo della mia amica Monica, scritto straordinariamente bene.
    Però…il detto corretto è questo: “Vedi Napoli e poi Mori”. Mori è una ridente località nei pressi famosa per la culinaria succulenta. Nel tempo l’uso ha voluto che Mori diventasse “muori”.
    Solo per puntualizzare.
    Complimenti Monicuccia. Un bacio grandissimo dalla tua neo-amicona.
    Bacisssimiiiiiiiiiiii!!!

  2. Mia cara per me è un piacere sapere che c’è qualcuno dotato di pensiero critico, ben venga ogni tua puntualizzazione, per me scrivere è condividere e condividendo si cresce. A Napoli diciamo ‘a vecchia a cient’ ann sev’ ancor ‘mparà, e io ho sete di sapere, qualunque cosa mi arricchisce io la prendo al volo. Detto questo, vorrei puntualizzare anche io una cosa…
    …m’arraccumann nun te ce metter ca cap’ e co pensier’ a me fa fà ‘e figur’ e nient!
    Un bacione anche a te Antonella e grazie di tutto.

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