“Il Re su D3…Il Re nero mangia il Cavallo Bianco…Oh”: il commentatore prende fiato…”Il Nero probabilmente rimpiangerà quella mossa…” Il Nero probabilmente l’avrà fatto perché, qualche momento più tardi, il pugno del Bianco ha coperto il suo naso di sangue.
Gli incontri di scacchi, in genere, non sono così vivaci o sanguinari. Eppure era questo lo scenario sabato scorso al Boston Dome in Tufnell Park, nel nord ovest di Londra, dove i giocatori stavano disputando la finale del primo Campionato Europeo dei pesi massimi di CHESSBOXING, lo sport ibrido che si è diffuso più velocemente nel mondo.
Nell’angolo “nero” c’era Andy “la Roccia” Costello, un ex combattente “cage fighter” (ci scuserete se, per una volta, non conosciamo a cosa corrisponda in italiano) inglese. Contro di lui, nell’angolo “bianco” il dottor Gianluca Sirci, un italiano dalla struttura fisica massiccia.
Gli ”addetti ai lavori” avevano previsto un bel match.
Il CHESSBOXING è stato creato nel 2003 come “art performance”, manifestazione d’arte, da un artista olandese, Iepe Rubingh, che era sabato scorso tra il pubblico per vedere l’apoteosi inglese di questo sport per creare il quale ha detto di aver preso l’idea da una scenetta comica serba. Il primo incontro, in una chiesa, attrasse 800 persone.
Rounds di scacchi alternati a rounds di boxe; entrambi vengono giocati sul ring in perfetta tenuta da boxe, sebbene per gli scacchi i guantoni e la “gumshield”, il paradenti, vengano tolti. Il vincitore è il primo dei due che manda al tappeto per KO l’avversario o che gli fa scacco matto.
“La Roccia” sta soffrendo “Il Re bianco va in F6”, Andy stringe i pugni per la concentrazione, le vene delle sue braccia sono spesse come le dita di Bobby Fischer. La Pedina del Dottore avanza: H4, h5, h6. “Il Dottore sta per distruggerlo” dice il commentatore. Poi improvvisamente “Pedina bianca in h8. Scacco matto”. Il Re Nero è caduto, la difesa della Roccia si è sgretolata, il Dottore esulta vittorioso. Il “theme”, la colonna sonora, di “Rocky” esplode, le signore si precipitano sul ring per toccare i loro eroi.
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